Il rischio politico è davvero svanito?
Monthly House View - Febbraio 2021 - Cliccando qui
Le cicatrici lasciate dalla pandemia sono visibili ovunque, salvo forse sulle quotazioni azionarie...
Sostenuti in un primo momento dalle politiche monetarie e fiscali ed in seguito dagli annunci correlati allo sviluppo dei vaccini, i mercati hanno finito per concentrarsi soltanto sulle buone notizie e sembrano immuni da timori ed incertezze.
Vi sono tuttavia molteplici ragioni per essere più prudenti adesso, che alla fine dello scorso anno: una nuova ondata di contagi imputabile alla variante britannica, un trend macroeconomico che potrebbe deludere nel primo trimestre ed un rimbalzo al termine del 2020 che ha già anticipato un potenziale recupero dei risultati, lasciando fondamentalmente pochi margini per spiacevoli sorprese.
Nel 2021 potrebbe però bussare alla porta un altro ospite indesiderato: il rischio politico. Gli ultimi mesi e trimestri sono stati segnati da un’attualità politica sempre positiva, con l’accordo sul piano europeo per la ripresa, la vittoria senza troppe complicazioni di Joe Biden ed infine l’intesa all’ultimo minuto sulla Brexit. Tuttavia, i fattori d’incertezza su tale fronte potrebbero riemergere, a partire dall’Europa. Anche se i mercati sono avvezzi ad un regolare ritorno dell’instabilità politica in Italia, il tasso decennale del Paese non include rischi significativi. In autunno si concluderà il regno di Angela Merkel, mentre più tardi in Francia entrerà nel vivo la prossima corsa alla presidenza.
Fuori dai confini europei, l’ingenuo ottimismo risultante dalle elezioni americane si scontrerà gradualmente con la realtà: l’acceso antagonismo tra Cina e Stati Uniti è destinato a persistere anche dopo l’uscita di scena di Donald Trump. La disputa si sposterà però in nuovi ambiti, nello specifico quello tecnologico e le sue implicazioni geo-strategiche. Infine, la grande stabilità politica cinese non è sinonimo di assenza di rischi per gli investitori, come dimostra l’impatto delle decisioni di Pechino su diverse grandi società nazionali quotate.
Se, tuttavia, tale fattore si rivelasse decisivo, come sarebbe integrato in termini d’allocazione ed in che modo dovremmo posizionarci? Finché non si intravedono rischi sistemici sul versante politico, dovremo convivere con questa potenziale fonte di volatilità, evitando un approccio a breve termine.
Infatti, saranno l’evolversi della pandemia, le campagne vaccinali e le attese economiche a determinare nel breve periodo l’eventuale ritorno di una maggiore volatilità sui mercati. Tuttavia, l’obiettivo di vaccinare tra il secondo ed il quarto trimestre il 50% della popolazione in gran parte dei Paesi contribuisce a mantenere un giudizio costruttivo. Dalla velocità o dal ritardo nell’attuazione di tali misure dipendono in definitiva le sorti dei mercati, ovvero se prevarrà nei prossimi mesi l’ottimismo o se gli investitori dovranno rivedere al ribasso le aspettative sui risultati delle società nel primo trimestre.
Monthly House View, pubblicato il 22/01/2021 - Estratto dall'Editoriale
29 gennaio 2021