Vertice di Jackson Hole: guardare dall’alto

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Con l’estate alle porte, molti di noi sperano di prendersi una pausa dopo un primo semestre intenso. Nel frattempo, i banchieri centrali continueranno a lavorare senza sosta. Ogni anno, la Federal Reserve (Fed) di Kansas City organizza a Jackson Hole, nel Wyoming, un simposio che è diventato uno degli eventi più emblematici al mondo per gli attori della politica monetaria. In un contesto gloale incerto, questo appuntamento assume un’importanza ancora maggiore. Custodi della stabilità, le banche centrali offrono una prospettiva macroeconomica essenziale, preservando al contempo la loro indipendenza.

Durante un mio soggiorno personale a Jackson Hole, sono rimasto colpito dalla bellezza del luogo. La scelta della location è facilmente comprensibile: permette discussioni approfondite, lontano da qualsiasi distrazione. La prima edizione, nel 1982, fu ispirata dalla passione di Paul Volcker per la pesca con la mosca. Quest’anno, 120 partecipanti selezionati — tra cui ricercatori accademici, banchieri centrali e alcuni giornalisti — saranno presenti.

IL DILEMMA DELLE BANCHE CENTRALI

Il simposio di quest’anno si svolge in un momento in cui le banche centrali affrontano sfide specifiche ma condividono preoccupazioni simili:

Fed: “Abbassare o non abbassare i tassi?” 
L’inflazione resta un rischio, ma gli effetti dei dazi doganali stentano a concretizzarsi. Il dato di maggio, infatti, è stato il quarto consecutivo al di sotto delle aspettative. Inoltre, i deficit di bilancio e il loro impatto sul mercato obbligazionario saranno al centro delle discussioni.

Banca del Giappone: “Aumentare o no i tassi?”
L’inflazione in Giappone supera di gran lunga il suo livello obiettivo, ma le aspettative di un rialzo dei tassi si sono attenuate. La politica di restringimento quantitativo, avviata l’estate scorsa, è messa alla prova, mentre la Banca del Giappone affronta la curva dei rendimenti più ripida tra i paesi sviluppati. Potrebbe essere necessario ricorrere nuovamente a un allentamento quantitativo ma selettivo sulla parte lunga per stabilizzare il mercato obbligazionario.

BCE: “Ridurre — ma fino a che punto?”
Christine Lagarde si presenta a questo vertice in una posizione più favorevole. La Banca Centrale Europea (BCE), la prima a ridurre i tassi nel giugno 2024, li ha dimezzati in un anno. L’inflazione è sotto controllo, gli spread sui titoli periferici si sono ridotti e i mercati obbligazionari sono stabili. Un ultimo taglio potrebbe essere possibile dopo l’estate, seguito da una lunga fase di stallo.

IL DILEMMA DEGLI INVESTITORI

L’economia statunitense continua a mostrare una resilienza straordinaria, nonostante un panorama politico turbolento e le tensioni legate ai dazi. L’inflazione è stabile, i consumi delle famiglie reggono bene e il mercato del lavoro non mostra segni significativi di debolezza. Ci troviamo forse sull’orlo di un’estate “Goldilocks”, né troppo calda né troppo fredda?

Se lo scenario economico di aprile rimaneva prudente, sembra ora che il peggio sia stato evitato. Senza prevedere una netta ripresa, raccomandiamo di rimanere aperti alle opportunità. Diversi eventi in programma quest’estate potrebbero riaccendere la volatilità dei mercati — rimaniamo quindi vigili per riposizionare i nostri portafogli al momento opportuno.

A livello globale, la prudenza continua a dominare, come dimostra la scarsa esposizione agli asset rischiosi. Tuttavia, gli investitori privati, le imprese attraverso i riacquisti di azioni e gli hedge fund stanno gradualmente aumentando il loro livello di rischio, soprattutto dopo il rimbalzo di aprile. Gli investitori istituzionali, più lenti a reagire, potrebbero riorientare i loro portafogli verso le azioni nei prossimi mesi.

Infine, l’evoluzione del dollaro americano merita maggiore attenzione. Mentre i mercati azionari americani toccano i loro massimi storici, il dollaro continua a indebolirsi. Questo movimento, sempre più evidente, spinge gli investitori internazionali — noi inclusi — a coprire la loro esposizione al biglietto verde. I dati recenti mostrano un aumento significativo delle strategie di copertura sugli asset americani, segno di un cambiamento di percezione. Non si tratta di un disimpegno massiccio, ma di un riequilibrio ponderato. La nostra posizione nei confronti del dollaro rimane quindi prudente.

Come sempre, restiamo attenti alla complessità dell’ambiente attuale, per mantenere le nostre strategie allineate alle dinamiche di mercato.
 

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Monthly House View, 20.06.2025. - Excerpt of the Editorial

 

30 giugno 2025

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