Occhi sul pallone

27 febbraio 2023

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A febbraio, l’attenzione dei media si è concentrata sull’avvistamento di un pallone aerostatico cinese, che ha sorvolato il territorio degli Stati Uniti ed il cui abbattimento ha fatto tramontare le speranze di una distensione nelle relazioni sino-americane. In realtà, non si tratta del primo evento di questo tipo. Tra marzo 2021 e agosto 2022 sono stati individuati ben 163 palloni nello spazio aereo statunitense. I due Paesi si accusano reciprocamente di spionaggio. A differenza del pallone di febbraio, la deglobalizzazione, o meglio la regionalizzazione, continua la sua ascesa.

Un importante passo avanti in questa direzione è stata la firma del Partenariato economico globale regionale (RCEP - Regional Comprehensive Economic Partnership), a cui aderiscono quindici paesi della regione Asia-Pacifico e che rappresenta un terzo della popolazione, del PIL e del commercio globale. Oltre il 50% degli scambi commerciali dei Paesi aderenti all’accordo avviene oggi nella regione e la percentuale continua a salire.

Un’altra tendenza in accelerazione è quella della diversificazione dell’offerta, in particolare dopo la crisi del COVID-19. Un esempio illuminante in questo senso sono le forniture di gas all’Europa. Sostanzialmente dipendente dalla Russia fino al 2022, il Vecchio Continente ha ora diversificato le fonti di approvvigionamento, importando gas naturale liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti e dall’ Africa.

La questione fondamentale è se la diversificazione dell’approvvigionamento di gas in Europa e la crisi energetica siano in contrasto con la transizione energetica e la diversificazione verso le rinnovabili. La maggior parte del gas statunitense viene estratto ricorrendo al fracking, una tecnologia vietata in molti paesi dell’Unione Europea per motivi ambientali. Il GNL statunitense consuma inoltre più energia rispetto al gas russo, avviato verso l’Europa tramite gasdotto, poiché deve essere raffreddato e pressurizzato prima di essere trasportato attraverso l’Atlantico.

Sebbene la riapertura dell’economia globale dopo il COVID-19 abbia inciso negativamente sul clima e sulle emissioni di CO2, la transizione energetica è comunque in atto.

Anche se si stima che le emissioni di CO2 da combustibili fossili siano aumentate dell’1% tra il 2021 e il 2022, toccando il livello più alto mai registrato, si ritiene che nel 2022 il livello di tali emissioni sia diminuito sia in Cina che nell’UE. Nel 2021, la Cina ha costruito tanti parchi eolici offshore quanti ne sono stati realizzati nel resto del mondo negli ultimi cinque anni e il Paese ospita ora metà di questi impianti a livello globale. Ma la sfida principale per il nostro futuro è probabilmente il raggiungimento dell’indipendenza nei metalli e nelle terre rare, fondamentali per la transizione energetica. Da questo punto di vista, l’episodio del pallone spia è solo un pretesto, che illustra il ritmo crescente della regionalizzazione e la conseguente differenziazione dei concorrenti.

L’incidente non si è ancora del tutto sgonfiato, ma restiamo ottimisti sul fatto che quest’anno l’economia si dimostrerà più resiliente del previsto. In un contesto economico più solido di quanto ipotizzato solo pochi mesi fa, due Paesi continuano ad offrire sorprese positive:

  • In primo luogo la Cina, con la riapertura della sua economia dopo tre anni di lockdown. La ripresa del Paese è guidata dalla domanda, piuttosto che dagli investimenti. A nostro avviso, l’eccesso di risparmio delle famiglie cinesi è un fattore di traino per i consumi e gli investimenti sui mercati finanziari, in quanto la popolazione cerca di diversificare i propri risparmi in vista della pensione.
  • In secondo luogo gli Stati Uniti, che finora hanno resistito sorprendentemente bene alle pressioni derivanti dai rialzi dei tassi di interesse. Le famiglie statunitensi continuano a mostrare fiducia e a consumare, in un contesto di disoccupazione estremamente bassa.

L’impennata del mercato azionario registrata da inizio anno ha probabilmente prezzato in larga misura questi miglioramenti e, per questo, rimaniamo tatticamente cauti e aspettiamo un rallentamento prima di reinvestire.

 

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Monthly House View, pubblicato il 17/02/2023 - Estratto dall'Editoriale

27 febbraio 2023

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